Epilazione permanente: ma dura davvero?

Epilazione permanente: ma dura davvero?

L’epilazione definitiva è un argomento molto attuale di questi tempi, quando si tolgono le calze e shorts e costumi mostrano centimetri di pelle che durante l’inverno potevano starsene tranquillamente nascosti. Dunque, come fare ad avere un pelle liscia e senza peli senza dover trascorrere l’estate a destreggiarsi tra cerette, rasoi, epilatori elettrici e quant’altro? La soluzione è innegabilmente l’epilazione progressiva permanente.

Attualmente esistono attualmente due metodi particolarmente efficaci per eliminare i maniera definitiva i peli superflui: la luce pulsata (IPL) e il laser ad Alessandrite. Sono due tecnologie che sfruttano energia luminosa ad alta intensità per colpire le cellule pigmentate del follicolo pilifero, le quali vengono definitivamente distrutte dopo alcuni trattamenti. Le fasi di crescita del pelo sono tre: anagen, catagen e telogen. È durante la prima fase, ovvero quella anagen, che il pelo è sensibile e vulnerabile. Quindi, per un trattamento efficace è innanzitutto necessario che questo sia eseguito durante la fase dello sviluppo del pelo, la fase anagen. Inoltre è necessario eseguire più trattamenti a distanza di circa un mese in modo da colpire il maggior numero possibile di peli.

La luce solare deve essere evitata per almeno un mese prima del trattamento perché, per ottenere migliori risultati è bene avere la massima differenza di colore tra cute e pelo. Ecco perché se state pensando ora all’epilazione permanente in realtà non è proprio il momento ideale, è meglio magari rimandare all’autunno.

Abbiamo parlato di luce pulsata e laser ad Alessandrite, qual è il metodo migliore? In realtà non esiste un metodo migliore dell’altro, tutto dipende dal fototipo della pelle (ne esistono 5). In base a quello sarà il medico a valutare e determinare la durata del trattamento, l’intensità, l’impulso migliore e il macchinario da utilizzare caso per caso.

Come si svolge il trattamento? La paziente prepara la zona da trattare togliendo i peli con un rasoio 2/4 giorni prima. I peli devono infatti essere appena visibili per consentire di individuare a zona da trattare. Durante il trattamento si avvertirà una sensazione di calore sulla pelle ma la sensazione di bruciore sarà alleviata da un sistema di raffreddamento forzato della cute che lo renderà così tranquillamente confortevole e affatto doloroso. Le sedute durano tra i 30 e i 60 minuti, dipende dall’estensione dell’area da trattare, e devono essere ripetute a distanza di un mese per circa 7/10 sedute.

Ma veniamo alla domanda che più sicuramente vi premerà: questo tipo di epilazione è davvero definitivo? In realtà non si può parlare di risultati definitivi quanto di risultati permanenti. Il limite non è dovuto alla tecnologia, che è moto avanzata grazie a macchinari sempre più performanti, ma è legato piuttosto a fattori che influiscono sul ciclo di vita del pelo. L’efficacia del trattamento dipende molto dalla quantità di energia assorbita dalla melanina in un momento in cui il pelo si trova in una fase attiva, cioè quando il pelo sta crescendo. Esistono poi i cosiddetti follicoli silenti che non producono peli ma possono attivarsi sotto lo stimolo di ormoni o farmaci. Ecco perché è più corretto parlare di epilazione permanente, i risultati sui follicoli trattati rimane nel tempo.

Un altro fattore determinante per la durata del trattamento e per il risultato ottenuto è il tipo di struttura a cui ci si rivolge. In Italia infatti possono eseguire l’epilazione al laser sia medici che estetiste. Nel secondo caso però i macchinari permessi sono depotenziati, quindi di intensità ridotta e meno incisivi rispetto a quelli utilizzati in uno studio medico.